L’importanza del follow up

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Follow up è una parola importante per un malato oncologico; quasi più importante delle terapie stesse. Follow up è il termine tecnico che indica l’insieme di tutti quei passi che dovrebbero essere fatti in modo corretto e completo per seguire chi ha ricevuto diagnosi di tumore e ha affrontato i trattamenti per eliminare la malattia. E’ tutto quell’insieme di controlli, visite, specialisti, supporti fisici e psicologici, suggerimenti per migliorare la qualità di vita del paziente che organizzano cadenzatamente gli anni successivi a quella diagnosi che nessuno vorrebbe avere, obbligandosi a non abbassare la guardia e a curarsi dentro e fuori.
Parlo al condizionale di questo percorso: la pandemia di covid, purtroppo, ci ha tolto anche questo, nella sua integrità di vero follow up, come lo abbiamo conosciuto negli ultimi anni. Interrotti controlli ritenuti non utili nell’immediato, interrotte le consulenze psicologiche frontali e, solo laddove possibile, sostituite con colloqui via web. Rimandati a data da destinarsi interventi non urgenti preventivi e di ricostruzioni. Interrotti corsi di supporto al miglioramento della qualità della vita organizzati all’interno delle strutture ospedaliere e delle associazioni territoriali: dallo yoga, all’educazione nutrizionale, all’estetica. Tutto questo, secondo il covid, le istituzioni, le strutture ospedaliere di nuovo allo sfinimento, può essere rimandato. E per il paziente? Tutto può essere rimandato? Il bisogno di sapere che quella TAC sia ancora negativa altrimenti non si dorme più, può essere rimandato? Il controllo di quella cicatrice che fa tanto male può essere rimandato? La ricostruzione di quel seno martoriato che non fa sentire più donna quella giovane paziente, può essere rimandata? La necessità di un supporto psicologico per un uomo solo aggredito da un tumore che gli ha sconvolto la vita, può essere rimandata?
Purtroppo, l’esperienza del covid ci fa dire di sì.
La mia paziente preferita ha subito un intervento importante a settembre, l’ultima speranza di un percorso lungo dove ha lottato senza volerlo, in cui avrebbe preferito non mostrarsi la guerriera che tutti le elogiano di essere. L’ultima speranza aggrappata a un follow up che non si era fermato, arrivato da oltreoceano per salvarla e per dare riscatto a tutti coloro che il follow up non l’hanno potuto proseguire. Qualche segno su di lei è visibile, nonostante lo nasconda come farebbe Houdini e, ammirandosi allo specchio, si copre la cicatrice con la mano, senza riuscirci del tutto e cercando di farsene una ragione. “Un bel tatuaggio di petali e farfalle potrebbe essere la soluzione” la sento dire nella sua testa. Senza follow up, supporto, aiuto psicologico, senza controlli serrati, specialisti e confronti, dove sarebbe ora la mia paziente preferita?
La farmacia non chiuderà, nemmeno durante l’ennesimo lockdown. La farmacia con un farmacista esperto in oncologia è un faro per un paziente in follow up lasciato in questa bolla, in attesa che la pandemia passi, che il rischio si riduca, che i reparti tornino a essere destinati ai propri percorsi. Il paziente può trovare supporto dal farmacista specializzato che può aiutare nel proseguimento di un percorso psicologico con lo specialista anche se via web, nel prendersi cura di sé in ambito estetico, con l’integrazione naturale e l’educazione alimentare. Questo è, nel nostro piccolo, il grande ruolo che abbiamo in questo periodo: le cicatrici si assottiglieranno, il dolore lascerà spazio a sprazzi di sole e ci sarà una nuova primavera, ne sono certa. Nel frattempo affrontiamo la nebbia, che purtroppo è scesa da giorni.

Fonte: Farmacista33.it

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